Ho
appena postato il calendario di ieri, quando mi ritrovo tra le mani un articolo
su un personaggio famoso (di cui non faccio il nome per motivi che capirete).
La parola “sobrietà” aleggia ancora nella mia mente, come un’eco lontana,
mentre scopro che questa persona, peraltro simpatica e molto intelligente, ama
collezionare oggetti preziosi. Non solo, ma per i suoi indumenti cerca stoffe
rare e vistose, che poi fa confezionare da un sarto che abita a centinaia di
chilometri da lui.
Non
c’è niente di male, lo so, ognuno di noi ha delle manie, delle passioni che per
gli altri sono spese futili e anche non del tutto etiche. Però non riesco
proprio ad accettare che, in un momento in cui le famiglie di piccoli
risparmiatori vengono lasciate sul lastrico, nel momento in cui padri e madri
di famiglia devono ricorrere al Banco alimentare per nutrire i propri figli, ci
sia chi invece può sperperare del denaro.
Cerco
di convincermi da sola e mi dico che, forse, questa persona fa molta beneficenza,
che magari ha creato una fondazione. Poi mi autoaccuso riflettendo che anch’io
spreco in cose non sempre necessarie, ma questo aggrava la sensazione e non
posso che concludere che nel mondo c’è troppa disparità, che quello che io spendo
per cose che ritengo assolutamente indispensabili per vivere, per molti altri potrebbe
essere speso per cibo, medicinali, case, istruzione.
Così
mi accorgo che quello che devo fare è aprire gli occhi, vedere al di là del mio
naso e dei miei egoistici bisogni, per scoprire un mondo sconosciuto o quasi.
Mi
aiutate tutti insieme?
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