martedì 25 marzo 2014

Luigi Schifitto, L'uomo con lo zainetto, Gilgamesh

Un uomo scende dal cinquantotto all’angolo di Via Vespucci; sulle spalle ha uno zainetto da studente, nonostante abbia almeno una cinquantina d’anni, ma i torinesi non lo degnano di uno sguardo, non si lasciano certamente sconvolgere da così poco. Eppure dovrebbero, perché quell'uomo sta per compiere un efferato omicidio, premeditato ed organizzato con cura maniacale.
Il commissario Stefano Cavalli si ritrova questo caso per le mani, oscuro persino per la città esoterica, famosa per la magia nera, l’occultismo e i misteri paranormali. Niente di paranormale, però, nella crudeltà di questo assassino, che non esita, una volta portato a termine il primo compito, ad affrontarne un secondo, questa volta a Pinerolo.
Cosa lo avrà spinto a scegliere come vittima un docente di Filosofia medievale dell’Università di Torino? Certo, il professore non era l’acqua cheta che il suo ruolo avrebbe fatto immaginare, con tutte le studentesse che portava a casa, anche in gruppetti. E perché quello che subito viene etichettato come serial Killer uccide poco tempo dopo un avvocato civilista?
L’unico collegamento sembra essere la Città Eterna, o meglio, il biondo Tevere, le cui immagini in cartolina sono diventate il biglietto da visita dell’assassino; peccato che le due vittime non abbiano alcun punto di collegamento. Ci vorrebbe un dato in più, ma non sicuramente una nuova vittima.
Il metodico commissario Cavalli, abbandonata a malincuore la provincia Granda e la sua bella Cuneo, affronta con metodo e pazienza un caso scomodo e sensazionale, su cui i giornalisti si avventano come mosche, magari grazie all’aiuto involontario della Polizia.

Luigi Schifitto 
incontrerà i suoi lettori 
alla Casa dei Libri di Rivalta
venerdì 28 marzo
alle ore 18,30

sabato 8 marzo 2014

Festa della donna

Non fateci gli auguri, uomini, non a noi. Noi siamo donne privilegiate, stimate, amate da voi; voi che ci volete come colleghe, direttrici, titolari, redattrici; voi che sedete al nostro fianco ridendo e discutendo; voi che fate onore alla nostra intelligenza.
Festeggiate le schiave, invece, le ragazzine violentate perché si prostituiscano, le infibulate, le mogli bambine bruciate sulle pire, morte di parto a dodici anni. Mandate fiori a chi è costretta a vendersi e tacere, a chi viene percossa in nome di un possesso che osano chiamare amore, a chi deve coprirsi da capo a piedi per non "tentare" maschi che mai potrei chiamare "uomini".
Voi che non riuscite e nemmeno a comprendere come possa esserci ancora una festa dedicata alla nostra diversità: siate da esempio per tutto il genere umano.

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