mercoledì 4 settembre 2019

Un sabato alla volta


Questa è la stagione che preferisco, o meglio, è l’attesa della stagione che preferisco. Leopardi aveva compreso bene quanto sia piacevole pregustarsi la festa, o la domenica, o una qualunque gioia. Il mio sabato dura tutto agosto. Quando la temperatura raggiunge le sue vette più alte, quando l’erba brucia nei prati, le zanzare la fanno da padrone nelle nostre serate, io aspetto. Come un rospo accosciato guarda la mosca avvicinarsi, io osservo le ombre farsi oblique, la sera accogliere aria più fresca, le prime piogge leggere bagnare la foglie ancora verdi e splendenti. E pregusto.
Questa mattina le finestre spalancate regalano basse nuvole bianche, che sembrano sdraiarsi sulla cima del crinale di fronte. Il bosco dietro casa profuma di funghi e i ricci sui castagni si gonfiano a vista d’occhio. Io, con addosso una t-shirt, penso ai maglioni, al fuoco scoppiettante, alle lunghe camminate sotto la pioggia che non inzuppa, ma gela. Preparando l’insalata per pranzo, penso alle caldarroste cotte in cortile, alle polente, alla bagna caoda con gli amici.
Non mi spingo oltre. Ci sarà tempo per pregustare la neve, il caminetto acceso con gli addobbi natalizi, il freddo sul viso di una discesa sugli sci. 
Un sabato alla volta, signor Leopardi!


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