lunedì 20 gennaio 2014

Sonia Rolando, Controvento, Ilmiolibro

La vita di Rossana sembra giunta ad un punto di non ritorno: senza alcun preavviso il suo direttore la convoca, non per l’atteso rinnovo del contratto, ma per licenziarla.
Da un momento all'altro, la giovane donna si trova a fare i conti con il suo futuro. Senza lavoro, una storia d’amore finita tanto tempo prima, ma che ancora lascia strascichi dolorosi, la sua vita sembra ruotare su se stessa, in un continuo loop che non conduce da nessuna parte.
All'improvviso comprende che le sue fragili radici sono state recise con un unico, spietato taglio netto, e il coraggio di guardarsi avanti svanisce, lasciando il posto al desiderio di mollare tutto senza più lottare.
Delusa e amareggiata, decide di accettare la proposta della sorella Erika e si rifugia per qualche giorno a Stresa, nell'appartamento del marito di lei. Lasciata Bologna quasi di nascosto, ritrova nella città sul lago la calma e la voglia di ricominciare.
Cosa sarà a spingerla? Sicuramente l’esperienza dell’amica Linda, come lei delusa da una storia d’amore finita dopo anni e promesse di vita insieme; certamente le paure della sorella, il cui marito è spesso assente alla sera; ma ancor di più gli incontri che la sua vacanza la porterà a fare. Una bimba dal padre burbero, un uomo misterioso che intimorisce Rossana e soprattutto la sua nuova, meravigliosa amica Sara.

Il romanzo d’esordio di Sonia Rolando è un’opera scaturita dalla sua fantasia ma con profonde basi concrete: non si tratta di una storia realmente accaduta, ma di una storia che potrebbe accadere, tutti i giorni.

La vicenda si dipana, in modo apparentemente semplice, in un arco di tempo piuttosto breve della vita della sua protagonista. Eppure dietro eventi, a prima vista, ordinari si cela una storia che presenta aspetti singolari e imprevedibili: il coraggio di ricominciare può avere molte sfaccettature differenti.
«La mia vena letteraria è la poesia» spiega Sonia, «dove posso esprimere emozioni e sensazioni con immediatezza. Ma volevo vincere una sfida con me stessa e dedicarmi ad un romanzo. Ebbene, ce l’ho fatta!» commenta ancora incredula.
Un romanzo che nasce da una esperienza personale e che vuole dare una speranza a tutti:
«I miei personaggi si trovano, in un modo o nell'altro, di fronte a degli ostacoli e devono saper cogliere le occasioni che la vita ci dona. So che non è affatto facile, ma bisogna tentare».
La scrittura scorrevole, le situazioni coinvolgenti fanno di Controvento un libro adatto ad un pubblico ampio.
«So che la storia di Rossana potrebbe attirare un pubblico in prevalenza femminile, ma ci sono situazioni in cui anche un uomo si può ritrovare e identificarsi. Certamente il personaggio di Riccardo è stato per me il più complesso: entrare nella mente di un uomo è sicuramente più difficile» spiega con modestia, «ma è anche una sfida emozionante».
Creare destini, intessere le fila dei personaggi crea con il loro autore un legame indelebile; quale delle tue “creature” ha richiesto più impegno?
«Sicuramente il personaggio di Sara, che mi ha posto quesiti profondi e dolorosi, ma che mi ha coinvolto maggiormente».



19 gennaio. Pizzeria La Pace. Giaveno
Sonia Rolando ha presentato per la prima volta il suo libro, davanti ad un pubblico attento e partecipe, la sera del 19 gennaio.
La sua schiettezza e le parole del romanzo, lette a voce alta, hanno coinvolto ed emozionato i presenti, che hanno posto domande e fatto osservazioni calzanti e dirette.
L'emozione dell'autrice era evidente, ma si è stemperata con il calore dimostrato da tutti.






venerdì 3 gennaio 2014

Francesco Recami, Il ragazzo che leggeva Maigret, Sellerio

Ho letto fuori tempo massimo questo splendido romanzo di Recami, pubblicato nel 2009, ma, avvalendomi della mai abbastanza lodata regola del “meglio tardi che mai”, ho deciso di pubblicarne la recensione e di consigliare vivamente la lettura di questo libro, veloce e decisamente piacevole.
Il protagonista è Giulio, un ragazzino di tredici anni, grande lettore e appassionato di gialli, specialmente quelli del grande Simenon, che conserva in una stanza accogliente, riscaldata a legna e appunto ricolma di libri. Questo amore per il giallista belga è valso al ragazzino il soprannome di “Maigret” e la nomea di essere un po’ strano, curioso, e di vedere delitti e misteri in ogni angolo del suo paese di campagna.
Ma qual è stata la mia sorpresa quando, dopo aver immaginato il piccolo Giulio come un fragile, pallido e occhialuto divoratore di romanzi, chino e leggermente ingobbito sulle pagine, ho scoperto che si trattava di “un tipo grosso e robusto” con “due spalle larghe”, che insieme ai libri divorava, questa volta letteralmente, tutto il cibo prelibato che sua madre cucinava ogni giorno: lasagne, fagiani, lepri, panini di salamino tartufato e involtini di quaglia, tanto per fare un esempio!
La vicenda ha inizio con Giulio, anzi Maigret, alla fermata dell’autobus, intirizzito per il freddo e l’umidità della nebbia che sale dal canale. Sta aspettando tutto solo la corriera che lo porterà a scuola, quando una sagoma confusa appare di fronte a lui: un uomo, o forse due. Poi un tonfo, una folata di vento che spazza la cortina di nebbia e le sagome sono svanite. Ma ci saranno state veramente?
Maigret decide di indagare da solo, perché nessun adulto gli crederà mai. E da quel momento, come nei migliori romanzi della nostra tradizione europea, i personaggi entrano in scena uno alla volta, complicando una situazione che all'inizio può sembrare semplice, quasi banale, e accelerando il ritmo dell’azione, che coinvolge, anzi travolge, il lettore catturandolo fino all'ultima pagina.



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