sabato 19 gennaio 2013

Marco Malvaldi, Milioni di milioni, Sellerio


Gli ultimi giorni del 2011 sono stati tra i più freddi in tutta Italia, e anche il paesino di Montesodi Marittimo, situato, come il nome ben fa comprendere, in cima ad una erta salita, che si arrampica tortuosa su crinali e dossi, non si è allontanato dalla statistica. I diciassette sotto zero raggiunti prima di capodanno sono stati un record a memoria d’uomo, a meno che l’uomo non sia naturalmente il Castaldi, l’anziano più affidabile del paese in fatto di meteorologia e di grappini.
Piergiorgio Pazzi, giovane e capace fisiologo del Dipartimento di Endocrinologia dell’Università di Pisa, dovrà soggiornare nel paesello nei primi giorni di gennaio, e dovrà eseguire prelievi ematici agli abitanti del medesimo, dotati, statisticamente parlando,di una forza da Guinnes europeo. Lo affianca nella ricerca una filologa inviata dalla Normale di Pisa, Margherita Castelli, bella figliola, "stranamente" dotata di intelligenza scientifica, nonostante si occupi di letteratura e poesia.
Grazie ai prelievi, sarà possibile, forse, trovare una spiegazione genetica a questa straordinaria possanza fisica. Un compito non banale, nemmeno dal punto di vista diplomatico, come fa subito notare la signora Zerbi Palla alla serata di presentazione del progetto, domandando con la voce tremula ma autorevole della vecchiaia: - E chi le ha dato il permesso di esaminare questa gente? –
Piergiorgio e Margherita scateneranno un vespaio, che neanche la nevicata di oltre un metro potrà raffreddare.

Un giallo classico dal sapore lievemente retrò, che si dipana lungo una trama che sorprende e diverte; i personaggi hanno una caratterizzazione marcata che non ne fa tuttavia delle macchiette, bensì dei caratteristi a cui volentieri daremmo il volto degli attori a noi più cari. Il meccanismo poliziesco è ben oliato e scivola fino all’ultima pagina avvinghiando il lettore all’inchiostro sulla carta, senza peraltro distrarlo con i tocchi di umorismo incantevole al quale Malvaldi ci ha abituati. La soluzione arriva imprevista e logica, seppure condita con un pizzico di lieve ironia.
L’unica cosa poco credibile di tutto il romanzo è, al momento attuale delle finanze statali, l’investimento nella ricerca da parte dell’Università di Pisa: sconfina decisamente nella fantascienza.

Pubblicato il 19 gennaio su:   http://www.sellerio.it/it/catalogo/leggi.php?id=5342

martedì 8 gennaio 2013

Traffici illeciti


Traffici illeciti. Se dico queste due parole, cosa vi viene in mente? Se siete dei telefilm dipendenti come me, probabilmente un paio di ragazzoni di etnia incerta che scendono da un furgone malridotto in un lurido vicolo di qualche metropoli; oppure splendide ragazze che offrono seni dirompenti a politici con la pappagorgia o ad amministratori delegati, sperando in un futuro di fama e ricchezza.
Certamente sarebbe più difficile per chiunque, tranne forse per un fulvo barista della campagna scozzese, immaginare come protagonista di questi traffici un piccolo ma paffuto gregge di pecore.
Siamo nei dintorni della mia cittadina di montagna, due carissimi amici vanno, come ogni sera, a controllare le loro pecore, recintate in un prato. Sono una coppia serena: due lauree, un lavoro monotono che hanno deciso di lasciare, dedicandosi, a loro rischio, ad una passione. Non sono allevatori di professione, ma dedicano ogni minuto del loro tempo libero ad una attività che sta lentamente diventando la predominante in famiglia. Accudiscono le loro pecore come alcuni dovrebbero allevare i figli. Ecco perché, giunti nel prato, vedono immediatamente che ne mancano cinque. Certo, può capitare: l’erba scarseggia al di qua della rete, mentre è così rigogliosa, così tentatrice dall’altra parte.
Ma perché la rete è piegata verso l’interno? Nei loro lunghi anni di università hanno imparato che, nonostante l’intelligenza degli ovini sia decisamente sottovalutata, è raro che essi apprendano l’uso delle leve, e ancor più difficilmente quello delle cesoie.
Seguire le tracce degli animali scomparsi è facile; dimostrare ai ladri che quegli animali sono proprio i loro ancora di più, quando sono le stesse pecore a correre incontro belando ai loro padroni.
Più difficile ottenere giustizia: in questo la città non ha nulla da insegnare. Gli individui corrotti o corruttibili non sempre vivono in lussuosi attici con vista sui larghi corsi metropolitani. 

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