Che
si tratti di cenare al Louis XV di Alain Ducasse, il più lussuoso ristorante
del mondo, o di lanciare piatti sporchi allo sguattero della Taverna di Fra’
Fiusch a Revigliasco, o vivere per un attimo nel ventre rigonfio della città di
Palermo, quello che conta è mantenere una visione a 360 gradi. Sì, perché lo
scrittore di storie di cucina non solo racconta appunto storie, ma effettua una
panoramica che comprende i piatti, pieni o vuoti, i cuochi, i produttori, la
gente di ogni ceto sociale che si siede ai tavoli o che afferra con le mani i
cibi succulenti e qualche volta ambigui, i lavapiatti o i critici la cui ombra
si staglia impietosa dietro ogni stella o asterisco.
Questo
è l’intento, perfettamente riuscito, di Luca Iaccarino, autore della Lonely
Planet, giornalista per Repubblica e
Slow Food, e soprattutto, orgogliosamente, buongustaio. Nel suo libro Dire fare mangiare (Add editore) dipinge
situazioni, personaggi al limite dell’incredibile, portate e cucine di ogni
genere e razza, purché si tratti di cucine vere, non di Atelier d’artista con
il vezzo delle stelline Michelin.
La
cucina come lavoro, non come lusso che solo un mondo esclusivo può permettersi;
il cibo come nutrimento per il corpo e lo spirito, come divertimento per l’anima,
pur nelle sua peculiarità. Infatti, mentre l’alta cucina si diversifica a tal
punto da perdere talvolta anche la connotazione di “cibo”, la cucina di strada
rischia all’opposto di uniformarsi in kebab, pizza al taglio, hamburger e
patatine fritte identici dal Cervino all’Etna, cucinati in modo analogo se non
addirittura dallo stesso marchio. Luca Iaccarino, in questo caos apparente, ci
fa intravvedere le differenze sostanziali, ma evidenziando il filo rosso che
collega tra loro ristoranti da 280 euro (menu degustazione), prelibato cibo
piemontese e cibo di strada. Questo comune denominatore è l’allegria, perché il
mangiare è amicizia, festa, goduria e soddisfazione. E vita, soprattutto.
Luca Iaccarino è stato con noi
alla Locanda Antichi Sapori del Mulino a Rivalta
giovedì 23 maggio
Io, Luca e Gian Pietro un po' offuscati dall'ottima cena e dalle chiacchiere |
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