mercoledì 15 maggio 2013

Alessandro Perissinotto, Le colpe dei padri, Piemme

Le colpe dei padri è nella cinquina dei finalisti per il Premio Strega

La vita di Guido Marchisio è giunta ad una svolta, ma lui ancora non lo sa, e ci vorranno delle settimane, dei mesi, perché possa rendersene conto definitivamente.
E’ un giorno di lavoro qualunque, il 26 ottobre del 2011, quando Guido, al volante di una semplice Panda sostitutiva della sua Mercedes aziendale, attraversa un incrocio al primo lampo del semaforo verde. Un camion guidato da un autista soprappensiero sta per travolgerlo, ma in un istante, che sembra durare un infinito, riesce a frenare a un millimetro dalla sua fragile portiera di utilitaria.
Sconvolto, l’ingegner Marchisio, sentirà il bisogno di un bicchiere di cognac, un bisogno urgente, che lo porterà nel primo bar sulla sua strada.
E lì il protagonista del romanzo, il direttore di stabilimento della Moosbrugger, rampante quarantaseienne, sulla via per divenire un uomo dell’ombra come il suo superiore, riceverà un pugno metaforico: un giocatore di videopoker, tanto lontano dal mondo luccicante di Guido da metterlo in imbarazzo col solo rivolgergli la parola, sembra riconoscerlo, anzi, è addirittura commosso nel rivederlo.
Uno scambio di persona, un equivoco, certamente, ma il dubbio comincia ad insinuarsi nella mente del dirigente. E mentre la sua carriera percorre il cammino arduo ma pieno di soddisfazioni della Ristrutturazione Aziendale, mentre la sua vita sentimentale sfolgora a fianco della splendida stagista per la quale ha lasciato la moglie coetanea, la sua sicurezza di manager comincia a creparsi, come la carlinga di una aereo che poi, nel punto più fragile e nel momento più tragico, si spezzerà. 

Con Le colpe dei padri Perissinotto raggiunge un livello altissimo di qualità narrativa, più alto ancora dei suoi già ottimi romanzi precedenti. La sua scrittura impeccabile segue la trama con scioltezza, avvicinandoci al protagonista con lo sguardo distaccato di un narratore interno, che per il lettore non è altri che Perissinotto stesso (l’autore implicito del romanzo), uno sguardo che si rivela sempre più coinvolto.
I personaggi possono sembrare surreali, ma il loro carattere rimanda a figure che abbiamo conosciuto, incontrato o semplicemente visto in televisione, tanto da portarci a leggere tra le righe un concreto messaggio di denuncia.
La storia della Torino degli anni di piombo si avvicina pericolosamente a quella attuale dei licenziamenti e della cassa integrazione; la società di adesso, spartita in due categorie ben distinte in base al censo, non è che lo specchio, uno specchio ingrandente, di quella degli anni settanta. Con i quartieri e le case popolari, con gli immigrati dal meridione d’Italia (e non del mondo), con gli istituti tecnici e le università come due mondi separati, la Torino delle Brigate Rosse spaventa il lettore di oggi per la sua attualità.

Candidato al Premio Strega 2013, Le colpe dei padri ha il ritmo del romanzo giallo, la profondità del romanzo a sfondo sociale e la progressione incalzante del romanzo di formazione, senza subire le limitazioni di nessuno dei tre. 

 
L'intervista di Maria Giulia Castagnone, editor Piemme:

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