Ad
aiutarci a comprendere il vero significato di questa parola sono la logopedista
Federica Mantovan e la scrittrice Laura Trivero, che venerdì 19 aprile, ospiti
della libreria Isola del Libro di Giaveno, hanno tracciato due punti di vista
fondamentali per comprendere questo tipo di disagio.
“Innanzitutto
bisogna chiarire che il dislessico ha una intelligenza normale – spiega la
dottoressa Mantovan, – e che la maggior parte dei disagi che attraversa nel suo
percorso scolastico è dovuta alla diffidenza e all’incompetenza di chi non
conosce questa difficoltà. Le connessioni cerebrali di ciascun individuo hanno
delle imperfezioni, che si rivelano a livelli differenti: in campo musicale,
matematico o linguistico, e in mille sfaccettature. Ecco, nel dislessico non
funzionano le connessioni adibite alla lettura.”
I
campanelli d’allarme a cui prestare ascolto sono diversi a seconda dell’età, e
vanno individuati il più in fretta possibile, per una diagnosi completa ed
efficace.
“Innanzitutto
è necessario escludere deficit cognitivi, emozioni negative che coinvolgono il
bambino, problemi sensoriali di vista e udito e problemi neurologici. A quel
punto, una serie di test chiarisce senza ombra di dubbio le difficoltà dovute
alla dislessia.”
Sulla
lavagna bianca la dottoressa scrive quattro semplici lettere: p, q, b, d.
Traccia i segni, grafemi, in modo che risultino speculari l’uno con l’altro, e,
in quel momento, ci rendiamo conto che si tratta di un unico segno, solamente
orientato in modo diverso.
“Se
le connessioni cerebrali del riconoscimento non funzionano correttamente,
diventa faticoso distinguere queste quattro semplici consonanti tra loro.
Immaginate dunque che lavoro sia necessario per un dislessico, magari anche
disortografico e disgrafico, copiare alla lavagna una semplice frase – afferma la
giovane logopedista nel silenzio e nello stupore generale. - E quando, con
grande fatica, è arrivato a metà, l’insegnante cancella la lavagna.”
Laura
Trivero, alias Virginia Treevery, ha raccontato la sua esperienza nel libro Mio figlio: dislessico, edito da Il
Melograno.
“La
nostra difficoltà più grande è stata la non collaborazione da parte delle prime
maestre di mio figlio: spesso viene considerata una perdita di tempo l’uso del
computer e degli altri strumenti consigliati dalla logopedista. Per fortuna,
dopo aver cambiato scuola, abbiamo incontrato due insegnanti meravigliose – spiega ai presenti, tra cui diverse mamme
con figli dislessici e alcuni insegnanti. – Quando mi sono accorta che mio
figlio aveva dei problemi di apprendimento sono sprofondata nello sconforto;
scoprire poi che il suo problema era la dislessia, cioè un disagio piuttosto
comune (il 5% della popolazione italiana ne è colpito) è stato un sollievo. Non
eravamo più soli e c’erano degli strumenti per aiutarci.”
E’
importante che il disagio venga riconosciuto da un logopedista, da un
optometrista per il movimento oculare, da uno psicologo e da un
neuro-psicomotricista. Purtroppo questo genere di visite sono ancora solo
private e a spese del paziente, ma a quel punto ci si rivolge all’Asl locale
per avere la visita neuropsichiatrica e quindi la certificazione da portare a
scuola.
“Gli
insegnati devono considerare questo certificato e applicare tutti gli accorgimenti necessari per aiutare il
dislessico – chiarisce Anna Prina, una insegnate dell’Istituto Galilei di
Avigliana, dal pubblico. – Spesso, cercando strade alternative per insegnare ad
un allievo con questo problema, ho trovato metodi utili a tutta la classe, in
un percorso che ha unito molto i ragazzi.”
E’
fondamentale l’opera degli insegnanti per non emarginare il ragazzo dislessico;
come dimostra chiaramente la dott. Mantovan: “Ognuno di noi ha delle
particolarità che lo rendono diverso dagli altri, ed è questa la ricchezza di
una classe, di una pluralità. Il bello è essere diversi, approfittare delle
difficoltà per collaborare l’uno con l’altro.”
Il
libro di “Virginia” è un punto d’inizio: sapere che altri, prima di noi, hanno
dovuto seguire un percorso e che questo percorso ha un lieto fine.
Nessun commento:
Posta un commento