lunedì 18 febbraio 2013

Sergio Vigna, La lunga strada, L'Araba Fenice


Sabato 2 febbraio, dopo la pausa natalizia, la libreria Casa dei Libri ha riavviato il programma di incontri letterari. Ad inaugurarlo è stato lo scrittore di San Bernardino, frazione di Trana, Sergio Vigna, con il suo ultimo romanzo “La lunga strada”, edito dalla casa editrice di Cuneo L’Araba Fenice.
Quel pomeriggio, mentre il vento infuriava sulle strade di Avigliana, sollevando foglie secche e sbatacchiando imposte e finestre, il pubblico si è radunato nella libreria, per ascoltare le parole dell’autore.
Dopo l’esperienza di “Rasim”, romanzo per ragazzi e di “Prodigio a pie’ dell’Alpi”, romanzo storico su un miracolo avvenuto al Santuario di Trana, lo scrittore si è dedicato ad un’opera per adulti: la storia di un viaggio che un papà separato intraprende con la figlia verso Rovaniemi, in Finlandia, dove c’è la casa di Babbo Natale.
- Ho collaborato come volontario per dieci anni nell’associazione “Sollievo” di Leinì – spiega Sergio, - e ho conosciuto situazioni di disagio infantile diversissime tra loro. Da lì è nata la storia della mia piccola protagonista. –
Corinna, bimba di otto anni, si chiude in se stessa quando viene a sapere della separazione dei suoi genitori e smette di parlare.
- Spesso noi adulti tendiamo a dimenticare, quando siamo troppo occupati a rinfacciarci i nostri errori, che i nostri figli patiscono e soffrono ben più di noi. Per questo la bambina del mio libro, seppur in modo involontario, si isola dal dolore, chiudendosi in quello che i medici definiscono “mutismo selettivo”. –
Una signora dal pubblico confessa di aver letto il libro tutto d’un fiato, durante un viaggio in treno: - Non riuscivo a smettere, e alla fine avevo gli occhi lucidi di commozione. –
Ma la conversazione si allarga, si passa al viaggio in sé, alla meta favolosa dei paesi del nord Europa, con la loro natura incontaminata, con i ritmi lenti e intimi della vita in roulotte.
- I miei figli ricordano ancora con gran nostalgia le nostre vacanze nella scomoda barca a vela - commenta un’altra spettatrice, sottolineando un secondo aspetto del romanzo: il viaggio lento sulle strade, con un rimorchio attaccato alla macchina, la vita più ruspante dei campeggi, ma anche più intima, famigliare.
Abbandonata l’attività frenetica di tutti i giorni, padre e figlia riscopriranno il piacere del silenzio, dell’incontro diretto con la natura, del  loro reciproco affetto, che credevano scomparso. Il ritorno sarà un nuovo inizio.

Pubblicato su "La Valsusa" di giovedì, 21 febbraio

1 commento:

  1. Qualche giorno fa sulla bacheca aziendale un collega ha inserito un'offerta di vendita di un caravan. Le sue parole erano. "A malincuore vendo caravan...perchè i figli sono cresciuti". Le vacanze in campeggio sono uno dei ricordi migliori della mia infanzia e della mia adolescenza. A quanto pare non vale solo per i figli...

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