Ho
trovato questa notizia su "Sette", l’inserto del venerdì del “Corriere
della sera”; ne ho cercato conferma su internet ed è vera, quindi ve la
riporto.
In
Francia, nel diparimento di Doubs, inizierà un esperimento per la riduzione dei
rifiuti. Verranno regalate due galline a quindici famiglie; queste galline
dovranno razzolare nella spazzatura domestica. Ogni animale, sostiene l’azienda
che ha iniziato il progetto, è infatti in grado, durante il
"becchettaggio", di eliminare 150 kg di rifiuti in un anno, cosa che
permetterebbe una diminuzione della spesa per la raccolta dell'immondizia. Con
il risultato finale di avere, se funzionerà, più spazzatura eliminata e più
uova prodotte.
Ora,
le domande che mi pongo sono molte.
La
prima in assoluto è: di che spazzatura si tratta? Spero che sia quello che abbiamo
imparato a chiamare "umido", cioè le bucce, il pane secco, le croste
di formaggio, e non i tetrapack, gli involucri di polistirolo o tutto ciò che
non è riciclabile e che andrebbe nell’indifferenziato.
La
seconda domanda è: ma se la spesa per la raccolta dell’immondizia non riguarda
neanche lontanamente la quantità della stessa che una famiglia produce, bensì i
metri quadrati dell’abitazione, è necessario ospitare le galline in salotto o
accatastare il bagno come “pollaio”?
La
terza domanda riguarda le perplessità dell’azienda stessa e cioè il “se
funzionerà”. Io penso che delle galline sane, a cui si danno bucce di mela,
pane, foglie di cavolo, a meno di patologie impreviste, produrranno uova e
razzoleranno felici, beccandosi tra loro ogni tanto qua e là. A meno che i
membri delle quindici famiglie non siano dei patiti della tintarella e magari
un giorno, afferrando il bicchierone di Negroni con ghiaccio posato sul
tavolino del Mediterranée di Columbus Isle, spalanchino gli occhi riparati
dalle Ray-Ban color cioccolato e si battano una mano sulla fronte esclamando: -
Le galline! –
Ma
questi sono rischi che ogni esperimento ben organizzato deve calcolare.
La
quarta e ultima domanda è forse la più triste: ma se consideriamo un
"esperimento" ciò che si faceva regolarmente in tutte le case con un
po' di cortile, e un po’ di buon senso, a che punto siamo arrivati?
(L’articolo
si trova su “Sette” del 25 gennaio 2013, l’autrice è Donatella Bogo)
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