Il
sette e quarantaquattro per Victoria Station è partito in orario; a bordo i
soliti passeggeri annoiati, sonnecchianti o intenti a lasciar scorrere il
panorama oltre i vetri, per poter pensare alla giornata lavorativa che sta
cominciando.
Lou
osserva gli altri passeggeri: le piace immaginarsi le loro vite, i diversi
caratteri: del resto è il suo mestiere, la psicologia.
Anna,
poche carrozze più avanti, sta sfogliando serenamente una rivista di moda; per
lei, copywriter impegnata, la mattina è piacevole dedicarsi al gossip e agli
abiti appena comparsi nelle vetrine.
Poi,
all’improvviso, il mondo si ferma: l’uomo di fronte a Lou, così affettuoso con
la moglie seduta al suo fianco, si accascia all’improvviso. E tutto cambia per
sempre.
Assistiamo
con angoscia ai primi, inutili, soccorsi a quell’uomo, con lo sguardo ansioso
ma distaccato di Lou. Ci allontaniamo con un po’ di apprensione dalla scena,
per poi ritrovarci immersi nella sua storia, nella sua stessa vita ormai al
termine. Con le regole assurde dei giochi del destino, Lou conosce Anna, prima
ancora di sapere che è la migliore amica della donna che ha appena perso il
marito in modo così inaspettato.
I
minuti seguenti, le ore, i giorni delle tre donne si legheranno in modo
imprevedibile; gli avvenimenti dolorosi che le coinvolgeranno le porteranno a
conoscersi ben al di là degli affrettati giudizi apparenti. Il lutto profondo
che ognuna di loro dovrà affrontare in modo diverso, le porterà a
comprendere la grande statura morale di quell’uomo, e ad accettare le
sfaccettature della natura umana.
Un
libro che sfiora nervi scoperti, che porta la nostra sensibilità al limite del
dolore, ma senza compiacersi nella sofferenza. Sarah Rayner analizza i
sentimenti più profondi eliminando i falsi pudori: l’amicizia tra donne,
l’amore coniugale e filiale, la solitudine e l’inadeguatezza sono sezionati e
ricomposti, in un scrittura veloce e schietta, mai scontata.
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