giovedì 19 luglio 2012

Vuoi essere montanaro?


Ci sono sicuramente diversi ostacoli per chi, da una città della pianura, si trova costretto a trasferirsi, anche solo per una breve vacanza, in un paese di montagna; come del resto è certo il contrario. Il primo si troverà ad affrontare salite ripide, discese impervie e rimarrà stupito di fronte ai marciapiedi dalla forma fantasiosa, che si allargano e restringono in modo imprevedibile e creativo, quasi un progetto di Gaudì. Il secondo ammirerà stralunato la lunga linea dell’orizzonte, le proporzioni gigantesche della prospettiva a perdita d’occhio, la chiassosa e continua fila di automobili.
Eppure, nel lungo periodo di adattamento necessario, uno dei maggiori ostacoli sarà l’uso del clacson.
Nella città di pianura, al conducente patentato, questo necessario strumento può servire:

1: per sollecitare con piccoli colpi l’automobilista fermo al semaforo di fronte a lui mentre scrive un appunto, si passa il rossetto, cambia il CD, esplora con dita diverse le sue cavità nasali.

2: sveltire il pedone che attraversa, con cane al guinzaglio, sulle strisce.

3: precedere la salva di gestacci indirizzati a chi gli ha tagliato la strada all’incrocio.

Nelle stradine di montagna il suddetto strumento serve per:

1: salutare l’edicolante appoggiato allo stipite della porta

2: salutare lo zio affacciato alla finestra del primo piano

3: precedere la salva di gestacci indirizzati al barista che ha perso l’ennesima partita di calcetto la sera prima.

4: ultimo, ma non per importanza, segnalare il proprio arrivo all’ennesima curva, onde evitare lo scontro o anche solamente lo struscio contro l’auto proveniente in direzione contraria.

Questo è indubbiamente l’uso più difficile da apprendere per i neo-montanari, che dovrebbero, prima del trasloco definitivo, seguire un apposito corso. Tenterò di riassumerne qui i punti principali.
Innanzitutto il montanaro è un giocondo personaggio, generoso e altruista sicuramente; eppure siate certi che suona il clacson in curva non per avvisare voi in un gesto di amorevole lungimiranza; quindi, arrivando ad un tornante, o anche ad una semplice curvetta priva di visibilità, se sentite lo squillante beeep, suonate anche voi. Non è un saluto, è prevenzione.
Inoltre, nonostante le strade di montagna possano sembrare completamente abbandonate a causa di buche, piccoli massi dimenticati sul ciglio o alberi abbattuti dal vento lungo i rigagnoli a bordo strada, sappiate che così non è. Quindi è possibile (credetemi, lo è veramente) incrociare qualcuno proveniente dalla direzione opposta.
Da ultimo, sebbene sia risaputa la naturale giovialità degli abitanti dei paesini suddetti, essi non suonano il clacson per dare il ritmo alle canzoni che cantano a squarciagola seduti sui loro sedili del guidatore; se non in rare occasioni, solitamente precedute da un matrimonio o da una festa patronale.
Informarsi sul sito dell’ufficio turistico prima di intraprendere un viaggio o una gita.




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