Pubblicato su Corriere della sera, La Lettura, 12 febbraio 2012
Quanto
può influire il desiderio di maternità sulla vita di una donna? Come può essere
stravolto il destino di una coppia felice dalla mancanza di un figlio? Molto,
indubbiamente, ma forse ancor di più se la coppia in questione non è più
giovane e vive all'inizio del secolo scorso. Mabel è una donna benestante, con
una solida cultura; Jack proviene da una famiglia di contadini, ma la loro è
un'unione ben riuscita, al di là della previsioni familiari. Eppure l'assenza
di figli li espone al mondo come marchiati dalla vergogna, rendendo
insopportabili le riunioni di famiglia e gli incontri con le coppie appagate
degli amici. Finalmente Mabel porta avanti una gravidanza, tra i timori e le
aspettative, ma il figlio nasce morto. La spaccatura è incolmabile nel suo
cuore e i due decidono di lasciare il mondo civile, per nascondersi nelle
fredde e inospitali terra d'Alaska. Mabel, dapprima distrutta, pian piano si
risolleva e una sera d'autunno, con la prima neve, ritrova la complicità con il
marito e costruisce con lui un pupazzo. E' solo l'inizio di un romanzo
coinvolgente e impeccabile, che sposta il baricentro del lettore mostrandogli i
lati spesso oscuri della psiche umana, e riducendo all'osso, grazie
all'atmosfera scabra e genuina delle foreste dell'Alaska, i sentimenti. L'amore
e l'amicizia diventano i veri protagonisti di questo libro, nonché gli unici
motori dell'esistenza.
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