Cos’è l’amore, quel sentimento vago, indefinibile che tanta materia regala a poeti e narratori? Molti hanno tentato di descriverlo; sensazione di euforia, di ebbrezza o, al contrario, di vuoto angosciante, di sete inestinguibile. Nessun risultato: se non lo si prova non lo si conosce, si può solamente credere alle parole digerite da chi lo ha sperimentato e, magari, messo in musica.
Anche il
Cardo, quell’essere quasi umano che vive in una stanza abbandonata nelle vecchie
cascine di Stupinigi, anche lui, finalmente, lo ha conosciuto e ha scoperto che
“si può soffrire e piangere senza ritegno al pensiero che lei possa star male,
o all’idea che possa andarsene”.
Cosa fare
allora per trattenere l’amata? Come rendere concreto, reale quel che è così
evanescente ed effimero? Innanzitutto con il denaro, semplice; per poter
mantenere colei che tanta gioia dà ai nostri occhi e al nostro cuore, per
proteggerla, per farle regali. Così anche il Cardo non può più evitare queste
trappole e, per la prima volta nella sua vita, cade in un vortice che lo
trascina verso qualcosa di terribile e, fino a poco prima, inaccettabile: un
lavoro. Non solo, ma un lavoro onesto.
Ovviamente
nessuno lo deve sapere, ne andrebbe della sua reputazione; lui, il nullafacente per antonomasia abbassarsi a
firmare un contratto (a tempo determinato, non esageriamo) e ad alzarsi ogni
mattina dal suo lurido futon, con le pulci e i pidocchi a tenergli compagnia, e
a recarsi al supermercato per piegare scatoloni. Se dovesse spargersi la voce,
sarebbe un’onta irreparabile.
Per fortuna il
destino gli mette davanti uno strano personaggio che gli offre un’occasione
migliore: dipingere un trompe l’oeil per una cifra ingente, anzi, smisurata.
C’è solo un intoppo, per due settimane dovrà trasferirsi nelle Langhe, a casa
del cliente e abbandonare la sua amata. Resisterà?
Nel
lambiccarsi il cervello su questa domanda, però, il nostro pittore si è
dimenticato di riflettere a fondo sulla questione più seria e cioè: ma perché
diamine un miliardario dovrebbe proprio commissionare a lui quel lavoro?
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