Alle
18 precise del 15 dicembre, Rosa Mogliasso fa il suo ingresso alla libreria La
Casa dei Libri di Avigliana. Impermeabile nero, lunghi capelli ondulati,
altezza decisamente notevole, il suo ingresso non può passare inosservato:
tutte le teste si voltano verso di lei. Rosa sorride, stringe mani, si presenta
a tutti con gentilezza e, con la consueta lentezza dei movimenti che fa di lei
una signora, raggiunge la sedia preparata per la presentazione.
Gisella
Viero, lettrice di grande abilità, sta per arrivare e Rosa comincia la sua
presentazione: la voce è dolce, sonora, radiofonica, come l’ha definita la mia
amica Chiara.
-
In questo mio terzo romanzo ho voluto indagare sulla Torino degli anni di
piombo, accostando alle vicende personali del commissario Barbara Gillo, e alla
sua indagine per omicidio, fatti accaduti nel passato. Negli anni Settanta io
ero una ragazzina – spiega la Mogliasso al pubblico attento, - ma ho fatto
delle ricerche, interrogato persone e ho scoperto fatti agghiaccianti della
vita di quei giorni, fatti che non si leggevano sui giornali perché
coinvolgevano persone comuni e non uomini politici e grandi nomi del giornalismo.
–
Una
signora dal pubblico conferma: - Ero alla FIAT di Rivalta, giovane impiegata, e
spesso mi sono trovata in mezzo a manifestazioni mio malgrado: per farci uscire
dall’ufficio in fretta, ad esempio, lanciavano bulloni e cacciaviti contro le
nostre finestre e spaccavano i vetri – attorno a lei si allarga un silenzio
attonito. – Erano momenti bui, che adesso sono indescrivibili, incredibili. –
Gisella,
per alleggerire il tono, legge un brano molto divertente del libro: la sua voce
pacata è molto espressiva, le risate serpeggiano, trattenute, poi pian piano si
fanno più forti, fino ad un vero scoppio di ilarità.
- Rispetto
agli altri due romanzi (“L’assassino qualcosa lascia” e “L’amore si nutre d’amore”),
questo indaga su un aspetto più serio della nostra storia; quindi ho voluto
lasciare le parti più comiche ai capitoli più di contorno, meno direttamente rivolti
alla trama. Mi piace descrivere un lato della Torino-bene, con le sue manie, le
sue mode. –
La
sorella di Barbara, ad esempio, che invita le amiche per la tombola di Natale e
come primo premio mette in palio un vibratore; la vittima, riccona molto easy,
che si fa dare del tu dai camerieri filippini; oppure il life-coach, splendido
ragazzo pallido e nerovestito, ma, purtroppo per le protagoniste, assolutamente
gay.
Anche
questa volta Rosa Mogliasso azzecca i personaggi e trascina il lettore in un
delitto complesso, i cui fili vengono tirati perfettamente.
Si bella serata, sono felice di avere in "casa" spesso autori ed autrici che ci restano nel cuore non solo pero loro libri, ma anche per la loro simpatia e gentilezza, e sono altrettanto felice di avere voi attenti ed assidui lettori che mi fate l onore di frequentare lamia piccola libreria
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