sabato 8 dicembre 2012

Catherine Dunne, Quel che ora sappiamo, Guanda


La lettura dell’ultimo romanzo di Catherine Dunne non si affronta a cuor leggero. Da sempre impegnata nell’esaminare sentimenti profondi e complessi, l’autrice irlandese affronta in questa ultima opera il tema dilaniante del suicidio adolescenziale. Con una scrittura essenziale, tanto perfetta da venire dimenticata, esamina i meccanismi psicologici che portano una famiglia allargata a dover affrontare un lutto lacerante.
I genitori di Daniel, un meraviglioso ragazzo di quattordici anni e mezzo, sono in gita in barca a vela quando una sensazione, quasi una premonizione, li fa correre a casa.
Da quel momento il tempo pare sospeso e la narrazione passa di voce in voce, percorrendo le vite precedenti dei membri di quella famiglia, così normale nelle sue particolarità, fino a quel giorno funesto.
Grande protagonista di questa prima parte, filo conduttore di tutte le vicende, è Patrick, il padre di Daniel. Giovane marito infedele, cambia vita grazie all’aggressività della sua piccola primogenita, con cui resterà tuttavia in conflitto per molti anni. Rimasto vedovo, crolla nella totale apatia finché una donna di vent’anni più giovane lo riporta alla vita, e alle responsabilità che aveva dimenticato. La sua seconda vita scorre in parallelo a quella delle sua figlie: i nipoti crescono insieme al suo ultimogenito, Daniel, in una famiglia in cui le relazioni sono più un dovere che uno spontaneo piacere.
Ma ecco che la tragedia si consuma, la semplice routine, in cui la più piccola dissonanza sembrava una seccatura, viene squarciata e il vero dolore mostra la piccolezza dei rancori mai sopiti.
La seconda parte del romanzo affronta la lotta dei genitori devastati, il loro faticoso cammino fortificato dalla ricerca di una giustizia che non diventa mai vendetta. Qui la Dunne guida il lettore in un mondo di amicizia e solidarietà, tanto quanto, nelle pagine precedenti, lo aveva fatto soffrire con meschinità e cattiverie. Compaiono personaggi che sembrano marginali, ma che invece sono il fondamento per una nuova speranza.

Una lettura che affascina, colpisce e lascia un segno profondo.

 

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