Torino,
la fredda Torino è avvolta dal gelo dell’inverno; le ricche signore
perennemente a dieta, tra un party per sole donne e una conversazione con il
life-coach, si preparano ad un Natale brillante e alla moda.
Barbara
Gillo no. Lei vuole lavorare, dimenticare il suo splendido Massimo Zuccalà,
chiuso in un misterioso silenzio in quel di Palermo. Vuole buttarsi su
scartoffie, interrogatori, indagini ed evitare commenti salaci del suo vice
Peruzzi, sempre pronto a dispensare citazioni e consigli non richiesti.
La
notizia che la signora Mappei è stata accoltellata brutalmente , nella sua casa
con l’igloo firmato, e poi finita a martellate, non dovrebbe essere
propriamente motivo di gioia. Eppure è ciò che ci vuole per strappare Barbara
dalle sue tentazioni di fuga verso Palermo e per offrirle una valida scusa per evitare
i mille impegni mondani in cui la vorrebbe coinvolgere la sorella Meri.
Inoltre
la faccenda non è così semplice come potrebbe sembrare perché, nonostante la
signora Mappei (donna Mappei, dopo aver perso il titolo di contessa, sposando
il giardiniere di famiglia, con grande giubilo di D.H. Lawrence e simili
narratori) fosse molto ricca, non c’è traccia di furto e nemmeno di
scasso. Le cellule grigie del
commissario Gillo sono dunque ben occupate a districare una matassa il cui
bandolo può trovarsi addirittura negli anni di piombo, in quella Torino
arrabbiata e pericolosa nella quale Serena Mappei, figlia della vittima,
conobbe la svolta della sua vita.
Narrativa
a tutto tondo, che coinvolge dalla prima all’ultima riga, appassionando e
divertendo.