sabato 13 ottobre 2012

Diritti e doveri


Leggendo un quotidiano del venerdì, con in mano tazza di caffè lungo della mia pausa di metà mattina, mi ritrovo a leggere e condividere pienamente questa frase:
“… non sarebbe giusto e doveroso levargli per sempre i diritti civili, primo tra tutti quel diritto di voto che hanno esercitato con tanta disonestà?”
Estrapolando dal contesto, ritengo che la frase fornisca comunque stimoli notevoli per la riflessione, attività per cui Michele Serra (l’autore della frase, che io stimo anche quando non condivido le sue opinioni) è fortunatamente noto.
Il diritto di voto, che noi diamo per scontato, non avendo partecipato alle lotte per la sua conquista, è obbligatorio? Perché individui che, prove alla mano, non hanno accettato le condizioni della democrazia possono comunque usufruirne? Come genitore so che un bene è tanto più apprezzato quanto è difficile procurarselo.
 
Non accade la stessa cosa con il famigerato “tempo libero”? Quando, nel 1833 in Inghilterra, le rivolte degli operai portarono ad una legge che vietava di far lavorare di notte i bambini sotto i dodici anni e per più di dodici ore al giorno quelli sotto i diciotto, si pensò, probabilmente, ad una conquista importantissima: le ore di sonno.
Adesso il tempo libero è uno spazio da occupare, da farcire con qualcosa che impedisca la noia.
Non ho soluzioni da proporre, ma credo che un maggiore attaccamento ai diritti conquistati possa derivare dal vederli anche come dei doveri da condividere per il bene della comunità, dal piccolo della famiglia, al mondo intero. 
 

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