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ottobre, la mattina più bella dell’anno, quella in cui ci si sveglia con una
luce lattiginosa che penetra dalla finestra, si guarda la sveglia e, mentre la
nostra gola è già pronta ad emettere il solito grugnito mattutino, un pensiero
ci illumina: è cambiata l’ora.
All’improvviso
il tempo davanti a noi sembra estendersi all’infinito, e mille meravigliose
possibilità si spalancano alla mente, prima fra tutte girarsi e tornare a
dormire. Poi, però, tutti quei minuti ci attirano e pensiamo al romanzo appassionante
sul comodino, ai pancake che non cuciniamo da tanto tempo, alla cara amica
lontana che da mesi non riceve una nostra lettera. E ci alziamo, colmi di un
entusiasmo che solo in quel giorno ci avvolge, zampettando in cucina con un
sorriso ingiustificato sulle labbra.
Ma
appena messo piede sulle fredde piastrelle, ci blocchiamo. Una sensazione
strana, un idea sospesa e indefinita ci fa voltare la testa qua e là, in cerca
di un qualcosa che, impercettibilmente, ci turba.
Ed
ecco, lo sguardo finalmente va alla porta-finestra, a quell’alone biancastro
che attraversa i vetri non pulitissimi. Increduli e ansiosi come un bimbo la
mattina di Natale, avviciniamo il naso al vetro gelido e spalanchiamo gli occhi
a quello spettacolo: la neve. Candidi, enormi fiocchi scivolano a terra,
coprendola di un manto bianco; ricoprono le tegole dei tetti vicini, i mancorrenti
dei balconi e le foglie ancora ben salde sugli alberi.
Non
durerà, lo sappiamo, eppure ci sembra di non aver mai ricevuto regalo più
bello.
Due regali per me oggi! Prima la neve di questa mattina, seconda il link di questo blog! Brava!
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