Io
viaggio pochissimo, principalmente per due motivi, uno di ordine fisico
(mancanza di tempo), l’altro di ordine economico (mancanza di denaro). Però
viaggio molto con i libri.
Vi
assicuro, non è una scelta secondaria, ma decisamente valida. Posso assistere
ad un inseguimento sulla Piazza Rossa, ad un bacio appassionato davanti al
Moulin Rouge, posso ascoltare lo sciabordio delle onde su una spiaggia normanna
o il frangersi dei cavalloni in Cornovaglia. Tra le pagine di un libro posso
sentire il chiasso della Fifth Avenue o il silenzio di un monastero nepalese,
lo stridio di un rapace o il suono profondo del richiamo delle balene.
Pensate
alla famosa favola della Volpe e dell’uva, vero? Non potendo avere il viaggio reale,
mi accontento di quello fantasioso. Vi assicuro, così non è. Chi di voi è mai
stato nella Terra di Mezzo o sul pianeta Dune? E chi può mostrarmi le fotografie
di Capitol City o della stanza comune di Grifondoro (non prese dai film, eh? Non
barate!)?
Un
periodo meraviglioso dell’anno per i miei non-viaggi è l’inverno, questo perché
durante l’estate il desiderio di partire davvero è più forte e la lettura
potrebbe tormentarmi un po’.
Ed
eccomi dunque, in questo primo giorno del 2016, dopo aver recuperato i figli in
giro per feste e veglioni, a godermi un virtuale e godibilissimo viaggio
culinario a Barcellona, grazie al primo (per me) libro della serie Allacarta, ideata dal grande Luca
Iaccarino. Cento pagine di risate e salivazione, di passeggiate per le Ramblas e assaggi di piatti tipici e non
della capitale catalana. Vi consiglio di leggerlo, anche e soprattutto in
queste giornate di grandi strippate natalizie e festive, così da non sentire
imminente il desiderio di cercare quel ristorante o quel piatto, anche in zone
più prossime.
Attenzione,
però, al luogo dedicato a questa amena lettura: se siete a letto, e non siete
soli, il vostro compagno potrebbe essere davvero infastidito dallo scuotersi
del letto a causa delle grasse risate.
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