Buonaria
è una ridente cittadina dalla collocazione geografica non precisata, situata in
fondo ad una valle e per questo di “mezza montagna”, definizione che
sottintende già un bel po’ di contraddizioni.
C’è
l’atmosfera ruspante di paese, in cui tutti conoscono tutti, ma ci sono anche gli
intrighi politici, le alleanze, i colpi bassi che si leggono sui quotidiani
nazionali: Buonaria non ha niente da invidiare alla politica italiana. Qui,
però, invece dei telefoni controllati, ci sono i pettegolezzi, come in ogni
paese che si rispetti, che si diffondono a gran velocità, grazie anche al numero
incredibile di bar, ognuno adatto ad un particolare tipo di avventore.
Ci
sono i bar chic, con il bicchierino di acqua frizzante accanto alla tazzina
dell’espresso e i camerieri in divisa, e quelli da “un bicchiere di rosso” non
meglio identificato, servito da una prosperosa barista, magari un po’ datata.
Ultimamente
l’atmosfera si è fatta molto più calda: le elezioni per il sindaco del paese,
anzi, scusate, della città, sono alle porte e la tensione cresce giorno dopo
giorno. Il vicesindaco uscente ha deciso di candidarsi a primo cittadino, non
fosse altro per poter rivelare dei retroscena che potrebbero definitivamente
destabilizzare la giunta uscente.
Tra
i candidati si ingaggiano battaglie a suon di comizi anti-corruzione, associazioni
pro-turismo locale, interviste e apparizioni continue. Il gioco si fa duro,
sleale e i combattimenti sono all’ultimo sangue.
E
non sembra un semplice modo di dire, dato che un morto alla fine c’è scappato:
proprio il vicesindaco uscente, Filippo Cordero Gallo, che si porta così i suoi
segreti nella tomba.
Non
era un personaggio comodo, pur essendo simpatico; o forse era troppo simpatico,
specialmente alle donne, le quali si accaparravano la sua attenzione senza
troppe difficoltà, avvalendogli così la fama di donnaiolo.
Eppure
la sua situazione familiare era stabile, sebbene non idilliaca agli occhi dei
perbenisti. Viveva felicemente con i suoi due figli e con una donna straniera molto
giovane che, almeno così si dice, aveva salvato dal marciapiede.
E
allora perché è sdraiato in terra, cadavere, con il suo vestito elegante e il
profumo intenso che tutti riconoscevano?
Il
Capitano Coralli se lo ritrova davanti di mattino presto, dopo essere stato
scaraventato giù dal letto nel suo giorno libero dal suo vice. Ancor prima di
prendersi un caffè, Coralli capisce di essersi infilato, non certo
volontariamente, in un bel ginepraio. Dovrà affrontare ore ed ore di
interrogatori, nonché una visita in ognuno dei moltissimi bar dove il Cordero
Gallo è stato prima di morire: quindici. Per fortuna tutto questo gli darà
occasione di incontrare spesso la bella giornalista Antonella Giovannini e
magari di farsi dare qualche notizia preziosa, senza farsi scappare niente,
beninteso.
Nessun commento:
Posta un commento