lunedì 16 febbraio 2015

Elisa Bevilacqua, Praticamente mezzo paese, Il Graffio

Buonaria è una ridente cittadina dalla collocazione geografica non precisata, situata in fondo ad una valle e per questo di “mezza montagna”, definizione che sottintende già un bel po’ di contraddizioni.
C’è l’atmosfera ruspante di paese, in cui tutti conoscono tutti, ma ci sono anche gli intrighi politici, le alleanze, i colpi bassi che si leggono sui quotidiani nazionali: Buonaria non ha niente da invidiare alla politica italiana. Qui, però, invece dei telefoni controllati, ci sono i pettegolezzi, come in ogni paese che si rispetti, che si diffondono a gran velocità, grazie anche al numero incredibile di bar, ognuno adatto ad un particolare tipo di avventore.
Ci sono i bar chic, con il bicchierino di acqua frizzante accanto alla tazzina dell’espresso e i camerieri in divisa, e quelli da “un bicchiere di rosso” non meglio identificato, servito da una prosperosa barista, magari un po’ datata.
Insomma, un paesone che gioca a fare la città.
Ultimamente l’atmosfera si è fatta molto più calda: le elezioni per il sindaco del paese, anzi, scusate, della città, sono alle porte e la tensione cresce giorno dopo giorno. Il vicesindaco uscente ha deciso di candidarsi a primo cittadino, non fosse altro per poter rivelare dei retroscena che potrebbero definitivamente destabilizzare la giunta uscente.
Tra i candidati si ingaggiano battaglie a suon di comizi anti-corruzione, associazioni pro-turismo locale, interviste e apparizioni continue. Il gioco si fa duro, sleale e i combattimenti sono all’ultimo sangue.
E non sembra un semplice modo di dire, dato che un morto alla fine c’è scappato: proprio il vicesindaco uscente, Filippo Cordero Gallo, che si porta così i suoi segreti nella tomba.
Non era un personaggio comodo, pur essendo simpatico; o forse era troppo simpatico, specialmente alle donne, le quali si accaparravano la sua attenzione senza troppe difficoltà, avvalendogli così la fama di donnaiolo.
Eppure la sua situazione familiare era stabile, sebbene non idilliaca agli occhi dei perbenisti. Viveva felicemente con i suoi due figli e con una donna straniera molto giovane che, almeno così si dice, aveva salvato dal marciapiede.
E allora perché è sdraiato in terra, cadavere, con il suo vestito elegante e il profumo intenso che tutti riconoscevano?
Il Capitano Coralli se lo ritrova davanti di mattino presto, dopo essere stato scaraventato giù dal letto nel suo giorno libero dal suo vice. Ancor prima di prendersi un caffè, Coralli capisce di essersi infilato, non certo volontariamente, in un bel ginepraio. Dovrà affrontare ore ed ore di interrogatori, nonché una visita in ognuno dei moltissimi bar dove il Cordero Gallo è stato prima di morire: quindici. Per fortuna tutto questo gli darà occasione di incontrare spesso la bella giornalista Antonella Giovannini e magari di farsi dare qualche notizia preziosa, senza farsi scappare niente, beninteso.

Nessun commento:

Posta un commento

Cerca nel blog