mercoledì 30 luglio 2014

Raffaella Romagnolo, Tutta questa vita, PIEMME

Paoletta è brutta, lo sa e cerca di adattarcisi. E’ troppo alta, sgraziata e innanzitutto grassa. Sua madre non manca di ricordarglielo, inseguendola con metri da sarto, bilance elettroniche che calcolano l’Indice di Massa Corporea e soprattutto con elenchi di cibi proibiti. Eppure non è infelice, o almeno non lo era prima del Terribile Scherzo, prima che qualcuno dei suoi compagni postasse quel famigerato video su Facebook. Niente di osceno, intendiamoci, Paoletta è troppo intelligente ed onesta per cadere in simili trappole, anzi, è stata proprio la sua ingenuità a condurla a quell’appuntamento disgraziato.
Per fortuna c’è Richi, il suo fratellino disabile, col quale ha un’intesa così stretta da poter condividere tutto, anche le passeggiate. Spingendo la sedia a rotelle, o aiutandolo a camminare, svicolano dalle strade che la madre sceglie per loro ed entrano nei quartieri “bassi”, dalla parte opposta della villa, alla ricerca di qualcosa che ancor non è chiaro a nessuno dei due.
Ma cosa spinge Paoletta a cercare? Non la voglia di amici: i suoi libri, gli adorati film, Antonio, la governante e la sua vicina fashion sono più che sufficienti. Non certo il desiderio di piacere: Paoletta si crogiola nelle sue idiosincrasie (i tatuaggi, le zeppe, i quiz, le veline…), che la rendono unica e forse non proprio alla moda. E certamente non il desiderio di dare una vita migliore a Richi, che è già felice così com’è.
Forse è la paura di dover esser felice a sua volta, di dover appartenere a qualcosa, che la spinge a muoversi, ad uscire dalle pareti lucide e piene di quadri di valore della sua lussuosa villa. Sente di essere una pecora nera in quella famiglia di splendide donne, ma anche di essere una delle poche con il coraggio di non camuffarsi, di dire ciò che pensa e di alzare le lastre di marmo della sua esistenza, anche a rischio di scoprire un nido di serpi.

Un romanzo all’apparenza leggero, che consiglierò a mia figlia adolescente, che sa quanto è forte il rischio di fare classifiche e di venirne esclusi, ma anche che tutti noi abbiamo le armi necessarie per ignorarle. Armi che la cultura, l’esperienza, il consiglio di adulti fuori dagli schemi le possono dare. Insomma tutta questa meravigliosa vita.





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