Paoletta
è brutta, lo sa e cerca di adattarcisi. E’ troppo alta, sgraziata e
innanzitutto grassa. Sua madre non manca di ricordarglielo, inseguendola con
metri da sarto, bilance elettroniche che calcolano l’Indice di Massa Corporea e
soprattutto con elenchi di cibi proibiti. Eppure non è infelice, o almeno non
lo era prima del Terribile Scherzo, prima che qualcuno dei suoi compagni
postasse quel famigerato video su Facebook. Niente di osceno, intendiamoci, Paoletta
è troppo intelligente ed onesta per cadere in simili trappole, anzi, è stata
proprio la sua ingenuità a condurla a quell’appuntamento disgraziato.
Per
fortuna c’è Richi, il suo fratellino disabile, col quale ha un’intesa così
stretta da poter condividere tutto, anche le passeggiate. Spingendo la sedia a
rotelle, o aiutandolo a camminare, svicolano dalle strade che la madre sceglie
per loro ed entrano nei quartieri “bassi”, dalla parte opposta della villa,
alla ricerca di qualcosa che ancor non è chiaro a nessuno dei due.
Ma
cosa spinge Paoletta a cercare? Non la voglia di amici: i suoi libri, gli
adorati film, Antonio, la governante e la sua vicina fashion sono più che
sufficienti. Non certo il desiderio di piacere: Paoletta si crogiola nelle sue
idiosincrasie (i tatuaggi, le zeppe, i quiz, le veline…), che la rendono unica
e forse non proprio alla moda. E certamente non il desiderio di dare una vita
migliore a Richi, che è già felice così com’è.
Forse
è la paura di dover esser felice a sua volta, di dover appartenere a qualcosa,
che la spinge a muoversi, ad uscire dalle pareti lucide e piene di quadri di
valore della sua lussuosa villa. Sente di essere una pecora nera in quella
famiglia di splendide donne, ma anche di essere una delle poche con il coraggio
di non camuffarsi, di dire ciò che pensa e di alzare le lastre di marmo della
sua esistenza, anche a rischio di scoprire un nido di serpi.
Un
romanzo all’apparenza leggero, che consiglierò a mia figlia adolescente, che sa
quanto è forte il rischio di fare classifiche e di venirne esclusi, ma anche
che tutti noi abbiamo le armi necessarie per ignorarle. Armi che la cultura,
l’esperienza, il consiglio di adulti fuori dagli schemi le possono dare.
Insomma tutta questa meravigliosa vita.
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