venerdì 3 ottobre 2014

Simona Baldelli, Il tempo bambino, Giunti

Una casa, un nido; muri che rassicurano e proteggono fin dagli anni dell’infanzia. Mobili sempre uguali, più vecchi anno dopo anno, e poi i quadri, le fotografie, gli specchi; ogni immagine una storia, una passato.  Quanti anni? Pochi o forse tantissimi, non è facile capire, per chi legge, sempre più velocemente, Il tempo bambino di Simona Baldelli. Quanti anni ha Mr. Giovedì? È un uomo ormai cadente, che si ingobbisce giorno dopo giorno, o forse un fanciullo incapace di invecchiare e di crescere? Lui con il tempo ci lavora: ripara orologi, sostituisce minuscoli pezzi, pulisce, lima, ridà la vita ai meccanismi. Lui vive in un tempo sospeso, dove i morti lo affiancano come quando erano vere presenze materiali; lo fanno sentire sbagliato come allora, sporco, un animale che deve vivere nascosto.
Solo Regina lo fa sentire bene; i suoi occhi dolci, la voce infantile, la sua pelle chiara di bambina lo attirano e lo incuriosiscono. Mr. Giovedì non si chiede perché Regina fosse addormentata sul suo zerbino, non si stupisce perché riceve da lei degli ordini; a quell’uomo senza tempo bastano le sue carezze, le sue parole affettuose per sentirsi di nuovo vivo, di nuovo con un futuro.


Le parole di Simona Baldelli si accordano perfettamente alla trama incalzante; accompagnano il lettore con dolcezza, prendendolo per mano verso l’orlo di un abisso.
Avanziamo pagina dopo pagina con timore, e quando ormai siamo di fronte al baratro non possiamo più non affacciarci: sperando di non vedere quel che temiamo là sul fondo, magari con le dita sugli occhi, gettiamo uno sguardo preoccupato e ansioso.
Il tempo bambino è un romanzo avvolgente e proprio per questo inquietante; la storia di Mr. Giovedì è tanto dolorosa quanto può esserlo una storia vera, la storia di un uomo cui non è stato mai permesso di crescere, di prendere in mano il proprio destino. Quell’orologiaio solitario potrebbe essere il nostro vicino di casa, potrebbe essere il lontano parente che non vediamo più da anni. Potrebbe essere quell’uomo che osserva i bambini sulla giostra del parco.




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