Cominciamo
dall’inizio.
Siamo
in una grande città, è la vigilia di Natale e le strade, benché ammantate di
gelida nebbia, brulicano di persone che camminano ancor più velocemente del
solito. Si sentono i saluti entusiasti, gli inviti, gli auguri; si vedono donne
cariche di pacchi che rincorrono bambini gioiosi, uomini eleganti
eccezionalmente sorridenti. Davanti alle chiese, mendicanti su carretti o
coperte tendono la mano e mostrano cartelli improvvisati a tema natalizio:
“Questa notte Santa io la passerò in strada da solo”; “Dammi gli avanzi, a me
bastano”, e altre frasi strappalacrime che riescono a far cadere qualche
monetina nel cappello.
Io,
come ogni Natale, sono allegro; ma forse dovrei dire “come sempre”. Ho un bel
carattere, me lo dicono tutti; dicono che io possieda la risata più cordiale e
più contagiosa del mondo, ma ho anche una grande fortuna. Il mio lavoro fisso è
ben pagato, ho sposato da poco una donna bellissima e gentile, con una
boccuccia che pare fatta apposta per essere baciata, e che mi ama! Ho una bella
casa calda e accogliente e, quel che più conta, tantissimi amici.
Domani
sarà un gran giorno: la nostra piccola casa si riempirà di voci e di profumi;
mia moglie sta cucinando da questa mattina un pranzo favoloso, che io, domani a
tavola, criticherò un poco per prenderla in giro e sentire la sua bella voce
ribattere una frase salace. Ci sarà anche sua sorella più piccola, quella
rotondetta, che ti vien voglia di abbracciare; naturalmente abbiamo invitato
anche il suo corteggiatore, quel ragazzone timido dalla voce di baritono. Mia
moglie ha già messo i segnaposto perché si siedano fianco a fianco e sta organizzando
una gara di Mosca Cieca, per permettergli di afferrarla fingendo di non vedere;
credo sarebbe molto felice di averlo per cognato.
Sì,
devo dire che anche i miei parenti sono meravigliosi. Be’, non proprio tutti;
ma chi non ha un parente scorbutico e musone? E poi alla sua età bisogna
perdonargli tutto, non credete? E in ogni caso, lui non verrà domani; non viene
mai. Mia moglie dice che è meglio così, ma a me dispiace perché so che se
venisse si divertirebbe, e continuerò ad invitarlo ogni anno.
Oh,
ma guarda com’è tardi! I lampioni sono già accesi da un po’ e le vetrine dei
negozi si stanno finalmente spegnendo, dopo tanti giorni di luce. La poca gente
che ancora circola per strada sembra euforica e sorride in continuazione, ma
ormai son quasi tutti a casa, a godersi il tepore della famiglia e a prepararsi
per la festa di domani.
Ecco,
anch’io sono arrivato alla soglia della mia casetta, con la ghirlanda di
agrifoglio e i nastri rossi. Dentro mi accoglieranno i baci e gli abbracci
della mia giovane moglie e quindi vi chiedo la cortesia di lasciarmi entrare da
solo; in fondo abbiamo terminato da poco la luna di miele. Non vi offendete, vi
prego, vi riaprirò per il pranzo di domattina.
Buon
Natale! Buon Natale a tutti voi! Entrate, entrate. Allora, che ve ne pare? Non
è una casetta meravigliosa? Oh! Oh! Oh!
Ops,
scusate, non volevo ridervi in faccia, è che sono così felice che non riesco
proprio a trattenermi. Ecco qui la mia adorata mogliettina, non è uno
splendore? Dai, non arrossire, lo vedono bene da soli che lo sei!
Ecco,
entrate nella nostra sala da pranzo; non è grande, lo so, ma ci stiamo tutti,
basta stringerci un po’. Non è vero cognatina?
Guardatela
com’è arrossita; ma intanto è ben felice che il suo ragazzone si stringa al suo
fianco. Oh! Oh! Oh!
Basta
con i complimenti, è ora di iniziare il pranzo di Natale. Lo so che voi non siete
più abituati a questi piatti: porcellino arrosto, pasticcio di rognone, e poi
le mele caramellate, le nocciole tostate, e tutti questi bei boccali di birra
scura. Vorrei che poteste assaggiarli con noi. E forse anche i nostri giochi vi
possono sembrare sciocchi o infantili, ma provateli anche voi. Il giorno di
Natale provate a farvi gli Indovinelli o il gioco del Sì e del No; sfidatevi
alle Penitenze, e vedrete che non c’è vecchio, bambino, sacerdote o acida
zitella che non si diverta.
E
dopo il pranzo, canterete con noi. Basta un po’ di voce e una buona dose di
birra in corpo e tutti si trasformano in coristi.
Oh,
ma che diamine c’è adesso? Il campanello? Vai, cara ragazza, lascia qui il
vassoio e vai ad aprire; non sia mai detto che questa casa non è aperta a tutti
il giorno di Natale! Ci servirai dopo, con calma, abbiamo tutto il tempo.
Allora,
chi è? Su, apri quella porta, non sarà mica il demonio!
Oh,
ma sei tu zio! Zio Ebenezer, entra entra. Guarda cara, guarda, c’è lo zio
Scrooge!
Accidenti,
ma lo avreste mai detto?
Alla
fine ha accettato il mio invito, ed è rimasto fino a sera. Ha mangiato, bevuto
con noi, ha cantato le carole e si è lasciato bendare per la Mosca Cieca. Ed io
sono così felice che non riesco nemmeno a ridere, so che qualcuno lo farà,
perché nulla di buono accade sulla terra, senza che qualcuno sulle prime si
prenda il gusto di riderne.
Il
Signore ci benedica e ci protegga tutti quanti.