Raccontare
la trama di La verità, vi spiego,
sull’amore sarebbe come dire che la meringata è un aggregato di
carboidrati, lipidi e proteine di origine animale. Sì, gli ingredienti ci sono
e sono ottimi: c’è una donna giovane con due figli piccoli che è appena stata
lasciata dal marito, c’è la sua più cara amica, Sara, incapace di costruire
relazioni stabili, c’è una tata maschio che invece trabocca di sentimenti, proprio
verso la stessa amica. Ci sono le mille incombenze quotidiane che una mamma
distratta, e ancora ben fornita di ormoni, scorda di portare avanti; ci sono i
nonni, puntigliosi, svagati o in fase di rinnovata liberazione culturale; ci
sono i vicini di casa New Age e gli studenti universitari, i locali notturni di
Torino e i giardinetti pubblici, con i loro ben diversi frequentatori.
E poi c’è Enrica Tesio, ed è lei il vero ingrediente segreto della ricetta. La
sua capacità di montare a neve i bianchi d’uovo, di dosare perfettamente lo
zucchero, perché non diventi tutto stucchevole o sciapo, a rendere la panna
soffice eppure compatta, guarnendo il tutto in maniera impeccabile e fantasiosa è da grande chef.
Così
Dora viene trasfigurata in un personaggio memorabile, che ha compreso come la
felicità sia una lunga e faticosa conquista, anche in amore, che richiede
impegno e una forte dose di tolleranza e di ottuso ottimismo, nonché la mai
abbastanza lodata qualità di saper ridere di se stessi.
Dora
è una mamma affettuosa, che si prepara alle richieste della psicologa
disegnando gli scarabocchi di suo figlio Pietro, con i piedi (a lui non piace
disegnare e non vorrai mica dirlo alla psicologa, tanto più che somiglia a
Renato Zero). È un’amante calda e disponibile. Fin troppo disponibile. Diciamo
che non si è privata di esperienze, tanto che nel suo presepe individuale non
manca nessun personaggio, neanche il Re Magio nero e il suonatore di cornamusa.
Finché
non ha incontrato Davide e il suo orologio biologico ha battuto due forti
rintocchi sonori: Pietro, di tre anni e Micol, di tredici mesi. Non fosse stato
per quel Natale, in cui, di ritorno dal cenone, si sono trovati la porta
aperta, i vestiti sul letto e niente di mancante, e la consapevolezza che la
loro storia era finita. Da quel giorno Dora si destreggia tra il lavoro in
ufficio, i confronti con le mamme favolose ai giardinetti e le situazioni
esilaranti che i suoi occhi catturano e il suo estro elabora.
Enrica
Tesio ci regala un romanzo che diverte, anzi fa sganasciare, nel corso della
lettura, ma appaga con le profonde riflessioni e i forti legami con la
letteratura. Le citazioni bizzarre da film e romanzi celebri, i giochi di
parole buffissimi ed elaborati, le vicende coinvolgenti dei protagonisti sono
solo una parte delle qualità di questo libro.
Per
conoscerle tutte è necessario leggerlo e regalarne una copia a chi sarà ben
felice di ripetere con noi le battute e sghignazzare delle situazioni
esilaranti che vi si trovano.