Recensire
un romanzo che da settimane è ai primi posti nelle classifiche è forse un
azzardo, ma, dopo aver continuato a ripensarci, credo di non poter più rinviare il momento. La verità sul caso Harry Quebert è un libro meraviglioso, che può
piacere ad ogni tipo di lettore, sempre che si possa decidere di inserire i
lettori in categorie.
Innanzitutto
si tratta di un poliziesco, in cui l’intrigo viene svelato nelle prime righe,
stuzzicando il lettore con le parole di Deborah Cooper, anziana e terrorizzata signora
che vive sola in una casa vicino al bosco: “Credo di avere appena visto una
ragazza inseguita da un uomo nella foresta.”
Era
il lontano 1975 e Marcus Goldman, protagonista e narratore, non era ancora
nato. Eppure toccherà a lui raccontare tutta l’intricata vicenda, non da
poliziotto, bensì da scrittore di successo, momentaneamente in crisi creativa.
La sua fama, lanciata all’improvviso dal suo primo libro, sta lentamente
declinando e i giorni, le settimane, passano senza che nemmeno una riga esca dalle
sue dita. O meglio, qualcosa scrive, ma nulla gli sembra all’altezza della sua
stessa notorietà.
A
tendergli una mano arriverà il suo mentore Harry Quebert, suo vecchio
professore ed amico, alle cui perle di saggezza sono dedicate le righe di
apertura di ogni capitolo. Lo ospiterà nella sua casa vicino al mare, dove
ormai trentatré anni prima era scomparsa Nora Kellergan.
E’
un uomo chiuso ma affabile, Harry Quebert, e impareremo a conoscere il suo
carattere introspettivo ed enigmatico nel corso della narrazione; così come
conosceremo i tanti altri personaggi, diversissimi tra loro, con nomi strani,
evocativi e inconfondibili. Le loro vicende si sviluppano su due piani
temporali, arricchendo di sottotrame il plot apparentemente lineare del
romanzo.
Così
pagina dopo pagina, capitolo prima di capitolo (la numerazione è a ritroso), il
romanzo muta, diventa romanzo di formazione, con l’adolescenza scolastica di
Marcus, astuto mediocre che diviene “Il Formidabile”, per cui l’incontro con il
prof. Quebert sarà il germe di una nuova vita. Diventa romanzo a sfondo sociale
mostrando lo spaccato di una cittadina chiusa nel pettegolezzo e nella
diffidenza, i cui scheletri emergono pan piano dagli armadi. Scivola nella
storia d’amore, infelice, potente e contrastato dalla convenzioni sociali.
Tutto ciò senza mai perdere l’ironia e le sottili allusioni di una scrittura
che ci fa dubitare se in fondo non si tratti che di un gioco di specchi.
Dialoghi
perfetti, personaggi comici o patetici, racconti nel racconto, consigli di scrittura
e lettura, una serie continua di colpi di scena: tutto ammicca ad un gioco
narrativo col lettore che, al momento di scoprire le carte, sorride
soddisfatto.