Con una istantanea dell’infanzia di Andrea entriamo, già nelle pagine del Prologo, nella sua vita, una vita segnata dal dolore fin dai primi anni, per un evento di cui il protagonista non ha alcuna responsabilità: suo fratello Carlo, ammalato gravemente, è morto da piccolo, lasciando dentro di lui un senso di inadeguatezza, di rassegnazione all’infelicità che nulla potrà eliminare.
Eppure uno
scambio casuale di sguardi, un incontro dovuto solamente ad una coincidenza, sembra dare
una svolta a quel destino già profondamente segnato a soli diciassette anni di
età. Una splendida donna, più vecchia di lui, lo sta osservando dalla pensilina
dell’autobus che entrambi stanno aspettando.

Passano gli
anni, le figure attorno a lui, che egli vede come evanescenti e di semplice
contorno, tentano inutilmente di scalfire la sua dura scorza. Roberto, l’amico
di sempre, procede nella sua storia sentimentalmente banale eppure felice; la
madre, annientata dalla morte del figlio piccolo, passa le giornate a letto,
nel torpore artificiale dei farmaci; il padre cerca al di fuori del nucleo
coniugale una apparente felicità.

Sara Goria ci
affianca a questo personaggio, facendoci osservare la sua esistenza come da un
vetro, come un passeggero seduto di fronte a noi, in seconda classe.
Sara Goria ha presentato in anteprima il suo romanzo Seconda classe al salone del libro di Torino, Stand "FIDARE", Padiglione 1, D44.
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